Come per le mielodisplasie, anche i trattamenti delle MDS/MPN hanno sia lo scopo di migliorare la qualità di vita attraverso una riduzione della gravità delle eventuali citopenie (in particolare l’anemia e la piastrinopenia, con conseguente indipendenza dal fabbisogno trasfusionale), sia lo scopo di ridurre i blasti midollari, allontanando così il rischio di evoluzione verso una leucemia acuta. Inoltre, nelle forme caratterizzate da una aumentata proliferazione di cellule della serie granulocitaria (in particolare granulociti neutrofili e/o monociti), e quindi da un numero progressivamente crescente di leucociti nel sangue (leucocitosi), talora associato a infiltrazione di tessuti extramidollari (ad es. la milza, con conseguente splenomegalia, oppure i linfonodi, con comparsa di adenomegalie, o ancora la cute, con comparsa di diffuse lesioni infiltrative) o da un numero molto elevato di piastrine nel sangue (piastrinosi o trombocitosi), le terapie hanno lo scopo di mantenere tale proliferazione cellulare sotto controllo.
Analogamente alle mielodisplasie, anche per le MDS/MPN l’unico trattamento potenzialmente in grado di portare ad una guarigione definitiva è rappresentato dal trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche, applicabile solo in una minoranza di pazienti che dispongano di un donatore compatibile famigliare o non famigliare, e che abbiano un età inferiore a 70 anni, possibilmente in assenza di comorbidità maggiori.
Nella scelta terapeutica incidono molti fattori:
- Il tipo di MDS/MPN
- I sintomi. Talvolta pazienti con valori solamente moderatamente diminuiti hanno sintomi rilevanti. Per esempio, l’anemia in pazienti cardiopatici può portare a difficoltà nella respirazione e notevole affaticamento.
- L’età
- Il rischio di progressione della malattia definito dai sistemi prognostici
- Le comorbidità (ossia altri problemi di salute del paziente)
- La presenza di un donatore di cellule staminali compatibile (meglio se un familiare)
Di seguito gli approcci generali al trattamento delle MDS/MPN che dipendono principalmente dal tipo di malattia e dalla gravità della stessa:
- Osservazione: in pazienti con rischio basso e senza sintomatologia
- Terapia di supporto trasfusionale per aiutare il paziente alla gestione dei sintomi in caso di anemia o piastrinopenia di grado severo
- Terapia con fattori di stimolo dei globuli rossi in caso di anemia sintomatica
- Terapia farmacologica per migliorare i valori emocromocitometrici, o per controllare l’eventuale proliferazione dei leucociti, o per ridurre il volume della milza (se significativamente aumentato).
- Chemioterapia, utile soprattutto nei casi in cui vi sia un’elevata quota blastica midollare
- Trapianto di cellule staminali per sostituire le cellule malate del midollo con cellule sane
- Terapie sperimentali nel caso in cui le terapie standard e approvate si siano dimostrate inefficaci